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Ski Patrols azzurri

Nel precedente articolo abbiamo lasciato spazio al nostro Direttore della Scuola nazionale, Marco Gaffuri, che ha spiegato vecchi obiettivi e quelli nuovi che tutti gli Istruttori vogliono conseguire. Assieme a lui vorremmo spiegare a tutti i lettori la figura del pattugliatore, che in Italia esiste già da molti anni, mentre parecchi tra esperti e appartenenti al «sistema neve» la continuano a ignorare. La nostra Federazione, a livello internazionale, è membro di F.I.S.P. «Fédération Internationale des Patrouilles de Ski» (www.fips-skipatrol.org) ente internazionale con sede in Canada, formato dagli Enti che nei rispettivi Paesi si occupano di sicurezza e soccorso sulle piste da sci. In Canada molti aspetti sono diversi rispetto alla realtà italiana, soprattutto sul riconoscimento professionale di questa qualifica. Dal Quebec al British Columbia, il Canada è la Mecca dello sci e del freeride. Qui è stato inventato l’Heli-Ski, mentre lo sci alpino su pista è ai massimi livelli. C’è un profondo rispetto di queste figure in pista e sono indispensabili vista la vastità dei loro comprensori. Per farvi capire: l’organizzazione soccorso canadese è gestita come una società privata con a capo un amministratore delegato. Colpisce molto l’insegna che si trova appena si entra in uno di questi edifici a fondo pista a 4 piani, a disposizione dei pattugliatori: «Through these doors walk the best Ski Patrol & Slope Watch in the world… You are of them».
Marco com’è cambiato il sistema soccorso negli ultimi 30 anni?
«Il sistema soccorso si è evoluto e modernizzato, così come le figure che operano sulle piste. I pattugliatori FISPS sono uomini e donne che hanno superato una selezione sciistica con Maestri di sci appartenenti all’AMSI, che hanno frequentato un corso sanitario, mediamente di 120 ore, e uno tecnico di 80 ore, dove hanno imparato a immobilizzare e trattare uno sciatore politraumatizzato, fare manovre di rianimazione cardiopolmonare o fermare un’emorragia. Così come sono in grado di muoversi in sicurezza su un pendio ghiacciato, far atterrare correttamente un elicottero in pista o fare una prima ricerca di un sepolto in valanga. Il sistema soccorso è coordinato da una centrale operativa provinciale del 118 che dispone e ottimizza le risorse sanitarie del territorio, assicurando al cittadino un’assistenza di livello elevatissimo, anche se si trova a 2000 mt sul cocuzzolo della montagna».
Spieghiamo come si diventa pattugliatori FISPS.
«La Federazione, attraverso le Sezioni Regionali, è sempre alla ricerca di persone che sappiano sciare, abbiano un po’ di tempo libero e vogliano mettersi in gioco. Basta contattare la Federazione o l’associazione locale e chiedere informazioni sull’inizio dei primi corsi di formazione per pattugliatore federale. L’aspirante soccorritore dovrà superare una prova di abilità sciistica a cura di Maestri di sci dell’AMSI e Istruttori Federali FISPS, con prove su pista a tecnica libera e tramite percorsi obbligati. Spesso le varie sezioni locali fanno precedere questa selezione da alcune giornate propedeutiche o periodi di affiancamento a soccorritori nelle loro normali attività di servizio. Una volta idoneo, il candidato frequenta il corso con docenti di livello provenienti dal mondo delle guide alpine per le manovre alpinistiche, personale Meteomont per il meteo, Soccorso Alpino per procedure tecniche e istruttori FISPS per il trasporto e conduzione dell’akja e gestione del traumatizzato. Il corso sanitario e il corso BLS-D viene organizzato con medici e istruttori 118. Ottenuta la qualifica di pattugliatore, il volontario è avviato gradualmente al servizio attivo in pista».
Ringraziando Marco per le esaustive spiegazioni vorremmo concludere con una riflessione di carattere generale. Riteniamo sia necessario avviare quanto prima un’importante distinzione tra le funzioni di vigilanza e controllo da quelle di pattugliamento dei comprensori sciistici e soccorso. Le prime devono competere ai Corpi di Polizia e devono focalizzarsi su errati comportamenti da parte di sciatori e snowboarders, volti a prevenire gli incidenti in pista. L’attività di soccorso deve invece competere a personale con formazione sanitaria e tecnica specifica che ovviamente deve lavorare in sinergia con gli altri attori del «sistema neve». Anche durante le attività di soccorso c’è bisogno di avere personale delle FF.OO a supporto per delimitare l’area, presidiarla per evitare ulteriori collisioni, raccogliere le generalità dei traumatizzati e di eventuali testimoni, fare i rilievi sulla scena in caso di scontro. Incarichi chiari e precisi per velocizzare le attività in pista e liberare quanto prima il percorso sciistico e tutelare la sicurezza di tutti (sciatori e soccorritori), ma al contempo fornire elementi chiari, oggettivi e precisi ai gestori delle stazioni ed eventualmente alle autorità giudiziarie, nei casi più gravi.
Prevenire è meglio che curare!

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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