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Oggi Ingemar Stenmark compie 65 anni. Il nostro amarcord

Oggi Ingemar Stenmark compie 65 anni. E a lui dedichiamo questa raccolta fotografica. Raccontare le sue 86 vittorie ottenute in Coppa del Mondo significherebbe iniziare a scrivere un libro. Anzi, un’enciclopedia. Per non parlare delle due medaglie d’oro e una di bronzo olimpiche e i 5 ori Mondiali più un argento e un bronzo. Considerando che ha poi vinto tre Coppe generali, 8 in slalom e 7 in giganti, la faccenda, capirete, si fa troppo spessa.

Una vittoria però ve la vogliamo raccontare, perché abbastanza singola. La sua prima volta sul gradino più alto del podio. 17 dicembre 1974, Madonna di Campiglio. È stata una 3-Tre (meglio dire 2-Due visto che la discesa non c’è più), carica di sorprese in slalom, sorprese in gigante.

Ma non sono stati tutti autentici colpi di scena soprattutto nello slalom. La prova è in parte sfalsata dalla fretta degli organizzatori danno la partenza alle nove del mattino, poco prima che sulla pista, e soprattutto sul muro finale del Miramonti, apparisse il sole. Una pista di vetro che però si trasforma letteralmente dopo 15-30 minuti.

Cosicché se i big del primo gruppo fanno molta fatica ad affrontare sul muro del Miramonti le insidiosissime porte piantate dall’allenatore azzurro Oreste Peccedi. Ed danno l’impressione di sciare male, per gli altri è tutto molto più facile.

Così in testa alla classifica della prima manche si piazza l’americano Goffrey Bruce,  davanti a Paolo de Chiesa e ad una serie interminabile di sconosciutissimi nomi: troppi per appartenere ad autentici talenti.

Pierino Gros è soltanto ottavo, Radici nono, Ochoa 12º, Thoeni 13º, Perrrod il 17º,  Neureuther  19º, Stenmark 22º.

Oltre all’ora di partenza influisce sul risultato il tracciato di Oreste Peccedi, che è ritenuto a ragione uno dei migliori tracciatori del mondo. Ma che è troppo onesto.

Teme di essere accusato di favorire I suoi ragazzi. Così fa di tutto per essere imparziale. E sul Miramonti disegna un tracciato di slalom fin troppo obiettivo, forse un po’ antico con porte chiuse e qualcuna da risalire. Il che risulta facile soltanto dopo che il sole trasforma la pista e risolve certi problemi di tenuta.

La seconda manche dell’Austriaco Leitner rimette parecchie cose a posto. Quasi tutti gli outsiders scompaiono dei primi posti, ridimensionati da una prova vera. Ma ormai la gara è condizionata dai risultati della prima manche. I big sono costretti ad attaccare oltre il lecito, a rischiare il tutto per tutto per risalire la classifica, sfiorando ad ogni porta la base dei pali.

È per questo che Pierino Gros uncina, dopo una decina di secondi dalla partenza, un palo che lo mette fuori causa definitivamente. Anche Thoeni è scaraventato fuori da un paletto. Mancavano circa 20 porte all’arrivo e, tempi alla mano, era sicuramente in testa alla gara in quel momento. Rischia anche Ingemar Stenmark.

Lo svedese vuole questa vittoria per Nogler, Il suo padrino, colpito da infarto e ricoverato all’ospedale di Bolzano. La fortuna gli dà una mano. Stenmark sembra una furia scatenata, non commette errori e dedica il suo trionfo al ex commissario azzurro.

Stenmark ha dimostrato sul ghiaccio del Miramonti la sua freddezza glaciale. Ha dimostrato di assomigliare molto a Gustavo Thoeni. E poco al suo connazionale Eric Grahan, un grande campione che non ha saputo mai esprimersi perché si emozionava troppo. Anche Paolo de Chiesa conferma a Campiglio di essere più che una speranza una realtà.

Se il giovane azzurro avesse voluto rischiare un po’ di più nella seconda manche, avrebbe potuto addirittura sconfiggere Stenmark. De Chiesa però, non ha sbagliato a non rischiare. Il secondo posto di Campiglio gli consentirà di partire negli slalom di gennaio nel primo gruppo. De Chiesa ha battuto Radici, già in forma splendida e l’americano Goffrey Bruce, una delle poche sorprese della prima manche che non sia precipitato nella seconda. Stenmark vincerà sulla 3-Tre in slalom altre 4 volte. Nel ’77, ’79, ’80 e ’83.

È il 17 dicembre del 1974. Ingemar Stenmark vince la sua prima gara di Coppa del Mondo davanti a Paolo De Chiesa per 14/100 e a Fausto Radici (+32/100).


Ingemar intervistato da due tra i più illustri giornalisti della storia dello sci, Onorato Cerne (coi baffi) e Aldo Pacor


Sten si fece subito notare in Coppa Europa. Eccolo vincitore a Caspoggio nel mitico “Trofeo Vanoni” che quell’anno ospitò le finali. Si impose sul tedesco Max Rieger e il cecoslovacco Miroslav Sochor


12 giorni prima di vincere la sua prima gara di Coppa a Campiglio, Ingemar diede le prime avvisaglie in gigante, conquistando il secondo posto tra le porte larghe in Val d’Isère. Fu battuto da Pierino Gros. Nella stazione francese lo svedese vinse il gigante due volte, nel ’77 e nel ’79 e tre volte fu secondo.

Il 14 dicembre del 1977 Re Ingo vinse anche lo slalom gigante a Campiglio. Ci riuscirà altre due volte, nel ’79 e nel 90.

E guardate chi c’era a celebrare quella vittoria del ’77. Cartellino rosso per chi non ha riconosciuto Francesco Moser!


Ingemar al termine della prima manche del gigante Olimpico di Innsbruck 1976. La sua disperazione al parterre per aver concluso la prova di apertura all’ottavo posto. Poi si scatenò nella seconda e riuscì a conquistare la medaglia di bronzo. L’oro fu vinto dallo svizzero Heini Hemmi, che riuscì a precedere il connazionale Erns Good

Ingo nello slalom di Wengen: ne vinse tre, altrettante volte finì secondo e una terza


Qui è stata la seconda volta (la prima nel ’75), nel 1976, quando riuscì a battere Pierino Gros per soli 3 centesimi e Christian Neureuther di 4!


Lo slalom di Kitzbühel iniziò a vincerlo, invece nel 1976. Ma lo conquistò anche nel ’77, ’81, ’82, e ’83. Per tre volte fu invece secondo!


4 dicembre 1977 Monginevro. Nel parallelo delle World Series finiscono in finale Ingemar Stenmark e l’Azzurro Bruno Noeckler. Vincerà lo svedese che sicuramente sapeva come deformare l’attrezzo! L’Azzurro scomparve nella tragedia che sconvolse lo sci azzurro in quel maledetto incidente automobilistico del 17 agosto del 1982 sul monte Ruapehu, in Nuova Zelanda. Con lui morirono ancheIlario Pegorari che era uno degli allenatori, Karl Pichler preparatore atletico e Ivano Ruzza il massaggiatore. Si salvò miracolosamente Carlo Gerosa

 

Re Ingo assieme a Lise-Marie Morerod entrambi vincitori della Coppa del Mondo 1977. Le finali erano a SolyNieve, in Spagna


Sempre a Solynieve, Ingo tra Christian e Heini Hemmi. Quest’ultimo vinse la coppa di gigante. Stenmark si consolò con la generale e la coppa di slalom


Stenmark assieme a l grandissimo Pietro Mennea a un evento della Diadora. È il Mias (Mercato internazionale dell’articolo sportivo) marzo del 1980 e il velocista Azzurro ha pochi mesi prima ottenuto il record mondiale nei 200 metri con 19″72 a Città del Messico


In estate si allenava così!


Re Ingo vincitore dello slalom di Zwiesel del 1978, davanti al nostro Mauro Bernardi. nel’1981 è diventato Guida Alpina, aprendo più di 20 vie.


Il 15 settembre del 1979, Ingo cade in allenamento in Val Senales, sede abituale per il training estivo. Subì un trauma alla testa ma per fortuna non fu nulla di particolarmente grave. Si stava allenando per le discese, suo tallone d’Achille. Di fatto nella sua carriera si presentò soltanto una volta al cancelletto di una discesa valida per la combinata. Scelse proprio la Streif di Kitzbühel. Tagliò il traguardo oltre 10 secondi rispetto al vincitore. Non fu un bel vedere!


Il fido cane di Ingemar. Si chiamava Zorro!


 

E qui con la famiglia:

Re Ingo nello slalom di kranjska Gora del 78, unica volta che riuscì a vincere sulla Podkoren. In quell’occasione al secondo posto si piazzò Paul Frommelt (LIE) e al terzo il nostro povero Leonardo David

In uno slalom parallelo disputato a Idingö, vicino a Stoccolma. Ingo ebbe un incidente per fortuna non così grave. Si fece male a una spalla ma niente di rotto.


Stenmark parte per il servizio militare


È tutto merito di queste persone…


Lo svedese e lo staff tecnico della Elan. A sinistra l’ingegnere Andrej Robic (ricercatore), a destra Jurij Vogelnik, il suo fidato skiman

Ai Mondiali del 1978 disputati a Garmisch, Ingemar vinse l’oro in slalom battendo Piero Gros e Paul Frommel

Ingemar assieme alla prima “signora” Stenmark, Ann Ufhagen. Si sposarono nell’84 ma si separarono 4 anni più tardi. Poi Ingo si è risposato con Anna-Karin Linde

Re Ingo alle World Series disputate a Sestriere nel 1986. Quella volta fu battuto da Bojan Krizaj


Sestriere, 29 novembre 1986, Ingemar Stenmark (nelle due foto qui sopra)  vince la sua gara numero 84. Uno slalom dove batte lo svedese Jonahs Nilsson per 2 centesimi. L’anno successivo, sul Colle, inizierà l’epopea di Alberto Tomba!


E questa è la penultima vittoria di Ingemar Stenmar, l’85esima, avvenuta nello slalom disputato a Markstein, in Francia. Lo svedese riuscì a battere il tedesco Armin Bittner (a destra) e l’austriaco Günther Mader). Era il 14 febbraio 1987


E questa…

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).