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A Ushuaia l’inedita coppia Simari Birkner-Dado Simonelli

A Ushuaia l’inedita coppia Simari Birkner-Dado Simonelli. 
Tra agosto e settembre le squadre Azzurre e quelle di mezza Europa raggiungeranno… la fine del mondo! Già, Ushuaia, “capitale” della terra del Fuoco, Argentina, la punta più estrema della terra rispetto all’Antartide. C’è però chi ha raggiunto la località e che laggiù ci rimarrà fino a fine settembre: l’atleta-allenatore Cristian Javier Simari Birkner e il giovanissimo Edoardo Simonelli, per tutti Dado, primo anno Aspiranti.

Cristian Simari Birkner (ARG) nella Supercombi dei Giochi di  Sochi sulla pista di Rosa Khutor il 14 febbraio 2014

Olympic Winter Games SOCHI 2014 Cristian, all’alba dei suoi 42 anni (li compie il 4 ottobre) non ha ancora del tutto abbandonato il pettorale di gara: “Eh ci siamo quasi mi sa, ho una voglia da morire ma a questa età comincia a far male un po’ dappertutto! Vediamo dai, cercherò di presentarmi a gara qui, se riesco a vincere ancora la Coppa sud americana, magari qualche gara di Coppa del Mondo la faccio, pensando di arrivare ai Mondiali. Diciamo che sono ormai sette anni che faccio l’allenatore, per cui..”.

Ecco, appunto, alleni Dado…
Ho deciso di affrontare questo impegno che trovo davvero particolare quanto interessante. Mi piace il progetto se vuoi anche per un fatto personale. Ci sono passato anch’io da quelle parti, ma da argentino non ho potuto avere tutte le possibilità di un atleta di un paese alpino. Se riavvolgo il nastro ricordo di essere arrivato quarto e quinto al Topolino, nei tre al Pinocchio. Ottavo ai Mondiali Junior (slalom nel 2000 a Lac Beauport-Can).
Poi è sempre mancato qualcosa in Coppa del Mondo anche perché di fatto ero da solo. Considerando che la federazione argentina iniziò a chiudere i rubinetti nel 2014, parallelamente ho dovuto iniziare a fare l’allenatore. Con diverse esperienze, tra l’altro, tra Stati Uniti, Corea proprio prima di Pyeongchang in una nuova Ski Academy, un ragazzo inglese e altri ragazzi fuori squadra.

Cristian e Dado a Ushuaia

Ti rivedi in Dado?
No, non è questo, ma poter allenare un giovane come Dado che ha le possibilità tecniche per andare avanti e dargli consigli per evitare che possa commettere i miei sbagli, lo trovo interessante. Poi, certamente, bisogna vedere come si evolverà la cosa, sai ha solo 16 anni. Per il momento il lavoro che stiamo facendo sta andando bene.

Come state procedendo?
Dopo un paio di uscite a Les 2 Alpes siamo venuti qui da una settimana, dunque programma iniziato da poco. Il comprensorio poi non è ancora del tutto aperto, perché siamo nella primissima parte dell’inverno, però ha iniziato a nevicare e le condizioni saranno ottime quando arriveranno le squadre. Attualmente sciamo sui due skilift in cima, circa 45 secondi di gigante. In genere viene barrata per fare slalom ma per quello che dobbiamo fare adesso meglio che non lo sia ancora.

 

Dado ha fatto un video un po’ supplicante, chiedendo alla federazione di poter partecipare a qualche gara lì in Sud America…
Era nei nostri programmi ma mi sa che non si potrà. Sinceramente non sapevo di questa indicazione Fisi per cui fino a metà novembre, per il primo Anno Giovani, non ci si può iscrivere a competizioni Fis. Il regolamento dice che “di norma” non è consentito il che farebbe intuire la porta non è proprio del tutto chiusa, poi magari sono io che non so tradurre bene. Il concetto è che si preferisce far partire tutti gli atleti italiani del primo anno Aspiranti con le medesime condizioni. Si tratta di un’indicazione della stessa Fis, di qualche anno fa, ma dopo una prima stagione praticamente tutte le altre nazioni non l’hanno più presa in considerazione.

È solo una questione di punti?
Anche di esperienza. Dado starà qui tre mesi, dopo un po’ fare qualche gara ci sta, non si vive di solo allenamento. È importante vivere il clima gara. I Giovani poi devono scoprire tante cose, sci e tracciati nuovi… Per atleti come Dado ci sono anche queste componenti. Lui ha dimostrato di essere tra i più forti della sua categoria, ma d’ora in poi si dovrà confrontare con atleti ben più grandi di lui e avere un parametro per capire com’è messo non è un particolare da poco.

Certamente lo potrà scoprire anche a dicembre, ma se un giovane atleta ha la possibilità di abbreviare il suo percorso lo trovo solo conveniente. Partecipando a qualche gara del circuito Sac si può tentare di ottenere i primi punti per poi partire con pettorali un poco più bassi nelle gare Fis europee. Punti che poi se non ne hai non li confermi di certo. Non sono tanti, ma ragazzi di vari paesi adottano questo sistema, qui o in Nuova Zelanda e quando inizierà la stagione invernale partiranno 50 o 60 numeri avanti. Per dirti, sto allenando Dado in gruppetto con altri 4 ragazzi, uno di questi è svizzero e lui le gare potrà farle, otterrà i primi punti e con le prime Fis invernali stai sicuro che partirà ben prima di Dado.

Ha solo 16 anni, di tempo per emergere ne ha…
Di concetto se un Aspirante primo anno è forte e scia bene ha buone possibilità “di arrivare” anche senza fare queste gare, però Dado ha evidentemente scelto di prendere questa strada molto seriamente, altrimenti non sarebbe qui. Non è solo una questione di praticare sport, tirare fino ai 18 anni per poi provare a diventare maestro. Ha capito che tecnicamente ha delle chance e vuole arrivare lì. Poi magari non ci riesce ma credo sia normale cercare la strada migliore per agevolare la sua futura carriera. E personalmente credo che questa indicazione italiana sia soltanto un freno. È vero che è molto giovane ma non è che c’è tutto questo tempo. Se non riesci a entrare subito in squadra o in Gruppo sportivo nel giro di una stagione, massimo due, ti saluto!

Come sta reagendo Dado a questa esperienza?
Per ora molto bene anche perché non è da solo, non siamo soltanto lui ed io, ma come dicevo c’è una piccola squadra e un clima familiare in pieno stile “Simari Birkner!”. A dare una mano in pista ci sono anche mia sorella Belen (la più grande) e mia mamma Teresita.

Seguirai Dado anche in inverno?
Il progetto è a lungo termine per cui l’idea è quella di accompagnarlo fin quando diventa grande. A Ushuaia l’inedita coppia

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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