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Daniele Sorio, dietro alla qualifica c’è un calvario!

Daniele Sorio, dietro alla qualifica c’è un calvario che vale la pena raccontare per capire bene, cosa tante volte c’è dietro a un risultato che non sembra niente di speciale. Già perché se arrivi sul podio sei un Dio, se arrivi quarto sei solo sfortunato, se sei decimo potevi andar meglio, se riesci a qualificarti è stato solo un tuo dovere.

La storia di Daniele Sorio sembra simile a quella di altri atleti giovani, promesse indiscusse ma che poi non riescono a sfondare. E che quindi finiscono fuori squadra e per entrare in Coppa Europa o del mondo devono arrangiarsi.

E Daniele, della Val Palot, ha fatto proprio così. Allenandosi con papà Silvano che gestisce con la moglie Nicoletta Merighetti sia la stazione che l’omonimo sci club. Nicoletta, slalomista, è stata in squadra quando stava finendo l’epopea della valanga Rosa di Ninna Quario e Daniela Zini. Miglior risultato in Coppa, l’ottavo posto a Mellau, seconda ai Mondiali Junior e due vittorie in Coppa Europa:

L’abbiamo sentita a metà della seconda manche:

Nicoletta siete in fibrillazione?
Lascia stare guarda, ci sarebbe piaciuto essere lì ma siamo a una gara children

Vi aspettavate la sua qualifica a Garmisch?
Non abbiamo la palla di vetro ma un po’ sì. Ma sai perché? Lui trova una forza incredibile dinnanzi a stimoli importanti. E l’altro giorno in Coppa Europa, prima di partite, i tecnici gli avevano detto:ragazzo datti una mossa perché se no non avrai più il posto nemmeno in Coppa Europa”.

In effetti, quinto posto a Meribel!
Quinto posto e convocazione. Era 26esimo a metà gara, poi col secondo miglior tempo è risalito fino al quinto! Credo che lo abbiamo visto bene negli occhi. Sai Daniele è abbastanza timido e riservato, quasi schivo. Quando poi fin da piccolo lotti come un pazzo per non mollare e inseguire i tuoi sogni, ecco che certe cose in faccia le vedi.

Perché cos’è successo a Daniele da piccolo?
A nove anni fu costretto a fermarsi per un anno intero. Aveva sempre uno strano mal di schiena. Gli diagnosticarono subito una malattia autoimmune, l’artrite reumatoide. Da allora ogni mese deve assumere farmaci biologici. Una punturina e via.

E non ha avuto più problemi?
Altroché. Ha subito due interventi alla schiena per stabilizzare le vertebre. Gli mancavano dei pezzettini! La prima volta ha subito una spondilolistesi e gli sono state stabilizzate 2 vertebre con una speciale gabbietta di titanio. Quando sembrava tutto ok è arrivata l’ennesima operazione: frattura a una vertebra un poco più in alto. Stop totale per 365 giorni!

Ma cosa serve per abbattere Daniele, un carro armato?
Non ce la farebbe nemmeno quello. Te l’ho detto, ha una forza interiore sua. Non so da chi l’abbia presa. Noi viviamo di sci ma siamo persone normali. Lui credo abbia qualcosa in più, forse proprio per quello che ha patito fin da piccolo.

Ora però sta benone..
Sì alla schiena non ha più alcun problema. Grazie ai medici che lo hanno tirato fuori da quell’incubo. Come il dott. Claudio Lamartina, un luminare del settore o Alessandro Corsini, il doc dell’Inter. Ma anche grazie al preparatore atletico Cristiano Durante, lo stesso che segue Giovanni Borsotti.

Ora chi lo allena, tuo marito Silvano?
Certamente. Daniele fa parte degli atleti di interesse nazionale, ma questo significa che gli danno solo la tutta della Nazionale. Per il resto deve arrangiarsi come hanno dovuto fare nel loro percorso altri ragazzi, come Ballerin, Bosca, Bacher.

Oggi la Longines dava Daniele come esordiente in Coppa del Mondo…
Ma no, la sua prima è stata nel 2015 in Alta Badia, pettorale 57. Lui è dello stesso anno di Maurberger. Poi l’anno successivo fece entrambe i giganti a Kranjska Gora e sempre lì ci tornò l’anno scorso. Però con poca fortuna.

Ora che accadrà nella seconda?
Ah ma non importa. Oggi è stato davvero bravo. Se pensi che solo una decina di giorni fa pensava di finirla lì. Sai alla fin fine contano solo i risultati.

Per fortuna ha cambiato idea
Grazie soprattutto all’Esercito gli ha pagato le spese per andare questa estate ad allenarsi in Australia e Nuova Zelanda. E oggi gli ha dato la tranquillità di allenarsi senza più pressioni.

Se avesse preso questa drastica decisione che avrebbe fatto?
L’Allenatore con noi, al Val Palot, ma si sarebbe dedicato con maggior impegno all’Università.  Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale, superato con 86, si è iscritto a Ingegneria. Facoltà che ha tutta l’intenzione di portare a termine, sia che continui in Coppa del Mondo o che abbandoni.

Beh, oggi Daniele Sorio ha superato brillantemente un esame molto difficile.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).