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La conversazione di due amici sciatori

– Ciao Mario
– Ciao Stefano
– Come va?
– Come vuoi che vada, con sto casino che c’è in giro
– Non se ne può più. Stanno esagerando
– Esagerando? Guarda, io me ne sto chiuso in casa. È l’unica
– Io no, non ce la faccio. Non è vita. Col lavoro come fai?
– Smart working
– E la spesa?
– Spesa online, a domicilio
– E lo sci? Ti fai portare a casa anche la neve?
– Ma quale sci! Ti sembra il momento di pensare allo sci?
– Io senza sci non riesco a stare. Anzi, a proposito, hai visto che bravo quel ragazzino? Come si chiama… Braathen, sì, Braathen
– Io tifo solo per i nostri. Comunque, chi se ne frega

– Bassino e Brignone ti avranno fatto impazzire allora…
– Mamma mia che brave. E come hanno sciato! Comunque ora ho altri pensieri
– Hai visto a Cervinia che casino?
– Sono degli stupidi
– Guarda, io c’ero e non è stato proprio come ha fatto intuire la fotografia della coda. La prospettiva schiaccia, ma ti assicuro che tutti avevano la mascherina, casco, occhialoni…
– E quelli stipati come sardine in funivia? Prospettiva anche quella? Eddai…
– In effetti, sembrava di essere in metropolitana a Milano. Io però sono salito 20 minuti dopo gli altri. Ho fatto defluire. Quella regola della capienza al 100 per 100 credo proprio che la cambieranno.
– Sei uno stupido. Dovevi startene a casa

Sulle piste è stata una favola. Preparate da dio, neve fantastica. E il panorama? No, dai, vogliamo parlare della bellezza del Cervino?
– Senti, sono le otto meno cinque. Tra poco parla Conte. Se vuoi ti chiamo io più tardi
Sì perché ti devo dire come vanno gli sci nuovi
– Quali hai preso?
Head, quelli bianchi. Non li ho ancora comprati, li sto provando
– Io tutta la vita Atomic, anche se su certe nevi Rossignol sono imbattibili.
Che ne sai? Hai mai provato un Fischer o un Nordica? E gli Stöckli? Tosti quelli… Mi hanno parlato bene dei Blizzard, tu ne sai qualcosa?
– Cosa vuoi fare, la lista di tutte le marche che ci sono? Lo sai, dai, gli sci sono tutti buoni, devi solo usare quelli con cui ti trovi meglio. È soggettivo. Zitto, zitto… Sentito? Sono aumentati ancora!
– Veramente a me li hanno proposti allo stesso prezzo dell’anno scorso
– Ma cosa c’entra… parlavo dei positivi

– Hanno detto che gli impianti rimangono chiusi?
– Eh sì caro mio. Possono soltanto gli atleti della nazionale e gli sci club
– Beati loro. Ma vedrai che li apriranno a tutti. Non è possibile, così si uccide un’economia enorme
– Mica solo quella. Pensa ai ristoranti, ai bar. E i taxisti? Siamo tutti nella… dai, ci siamo capiti
In Alto Adige però lo sci è aperto a tutti.
– Quelli possono fare ciò che vogliono da sempre

Va be, nel frattempo andiamo là. C’è aperta Senales e Solda
– Ti ho detto che io non esco di casa. E fallo anche tu. Non vedi che sta capitando negli ospedali? Cerca di essere responsabile.

– Mario, no. Io in casa non ci sto. Non vado in giro a fare i balletti, ma osservo le regole e faccio il possibile per concedermi qualche attimo di libertà. Se no, scoppio!
– Ah bravo, della serie “se te lo concedi, puoi rinunciarvi; se non te lo concedi, sarà irrinunciabile…
Senti bello, Oscar Wilde l’ho letto anch’io. Allora ti rispondo così: “Nessuno può vivere senza piacere. Ed è più facile l’astinenza della moderazione”. Leggiti Sant’Agostino va…
– Senti Stefano, mi hai rotto, vattene a… sciare.

Ci puoi contare. Appena aprono, ci vado. Però posso dirti una cosa? Mi hai deluso, sei come tanti che leggo sui social. Pieno di rabbia e di odio. Lo sai che per me lo sci è un sogno. E tu me lo stai distruggendo. E stai facendo di tutto per farmi sentire un irresponsabile.

Sinceramente non mi aspettavo di sentirti così. Tu, malato della tecnica, tu che mi fai ogni volta due palle così sull’avanzamento del bacino e sull’angolo chiuso di caviglie, ginocchia, anche.

Tu, che se non prenotiamo il corso tre mesi prima, mi dai del menefreghista. Sbagli a vedere lo sci solo in questa ottica. Come se fosse solo un mezzo per esprimere le tue abilità.

Lo sci è qualcosa di diverso, caro mio. Lo sci è montagna. E quando sei lassù, qualcosa accade.

Mi ricorda l’importanza dell’umiltà, di riappropriarmi delle cose semplici, di assaporare la vita con maggior lentezza. No, caro Mario, a queste cose non posso rinunciare.

Già la vita è un gran casino, in questo periodo poi non ne parliamo, se devo privarmi di questa libertà, che non lede quella altrui, non mi sembra giusto.

Non fraintendermi, ma in un certo senso preferisco sentirmi un «fenditore». Lo era Dante e in vita gli ha dato più orgoglio essere un fenditore che il sommo poeta che fu. Fenditore è il nobile cavaliere che si buttava davanti a tutti nella battaglia. Senza paura di morire. Oggi la posizione morale è essere un fenditore dello sci.

Mario… Mario, ci sei? Pronto? Mariooo… Ma va, va…

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).