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Le coppe che nessuno osa dire “la voglio!”

Che buffa situazione, se provi a chiedere ai leader delle classifiche qualcosa riguardo alle Coppe, nessuno osa dire “Sì, la voglio!”.  Che diamine, non è mica un matrimonio! Ma è così. Alle interviste o premettono: “Ma non parlatemi della generale“, oppure giurano che: “penso solo alla gara, quello che poi viene tanto meglio“. Il concetto è questo insomma.

L’unica atleta a non dirlo ma solo perché la faccenda è sottintesa e logica, è Mikalea Shiffrin. Le sì che costruisce e adatta il suo cammino in funzione della Generale. Così è inutile fare il parallelo a St. Moritz, è inutile andare in Val dIsère e figuriamoci a Rosa Khutor.

La tragedia che ha colpito la sua famiglia certamente cambia le cose. Non si sa ancora come vorrà affrontare questo brutto momento. Ma non è questo il punto. Chi le sta dietro non esce allo scoperto. Federica Brignone? Probabilmente ci pensa eccome ma non si apre per nulla. Non dice “Sì, farò di tutto per vincerla”.

Poi certamente lo farà, ma non lo dichiara, forse per due motivi. Il primo, oggi, per rispetto nei confronti di Mikaela. Il secondo perché non si è mai posta seriamente il problema, poiché fin tanto che c’è Shiffrin l’impresa diventa praticamente impossibile.

Petra Vlhova uguale. Ci sta provando in tutti i modi la pupilla di Livio Magoni ma anche per loro Shiffrin non si può superare. Certo è che un tempo l’unica cosa che contava veramente era la Sfera di Cristallo.

E non si ricorda l’atleta per il numero di vittorie, record a parte, ma per quello di Coppe vinte. Tutti sanno che Gustavo e Zurbriggen ne hanno vinte quattro. E che Girardelli ne ha cinque, una in meno di Anne Marie Moser Proell e che il record ce l’ha Hirscher con 8, mentre tre sono quelle di Stenmark, Mahre e Maier.

Le vittorie però non si contano, a parte quelle di Re Ingo in quanto recordman con 86. La gara era solo una tappa di passaggio per conquistare la coppa grande. Oggi sembra un po’ il contrario. Si gioca per la vittoria di gara, al massimo per la coppa di specialità che regala più una soddisfazione personale che popolare.

In campo maschile la situazione è a dir poco ridicola. C’è una tensione nell’aria che la tagli col coltello, ma se provi domandare a Kristoffersen, Pinturault e Kilde come vedi tale sfida al vertice ricevi una pernacchia come risposta.

E non è questione di scaramanzia. La Coppa brucia, meglio non pensarci perché così ti scrolli di dosso le responsabilità e l’attenzione. Come a dire, se la vinci tanto meglio, se la perdi non se n’è accorto nessuno.

Probabilmente senza Hirscher tutti quanti si sono trovati catapultati su un palcoscenico cui non erano abituati. E ora non sanno come prendere la cosa. Ma è molto probabile che tutti quanti abbiano in valigia un bel pallottoliere.

Detto questo, ecco la situazione la situazione. In campo maschile in testa c’è Henrik Kristoffersen con 903 punti, seguito da Kilde con 856 e Pintu con 842. Tre atleti in una sessantina di punti. Può succedere davvero di tutto, quando mancano 6 appuntamenti. Per la discesa per Beat Feuz il gioco è praticamente fatto.

Con 520 punti come sa fa a raggiungere… Kilde ne ha 307, Dressen 306, Kriechmayr 304 e Mayer 300. In supewrG è probabile che si arriverà a Cortina con tutto da decidere ancora. Comanda Mayer con 264, seguito da Jansrud, Kilde e Kriechmayr con 236. E Caviezel è quinto a 205.

Capitolo gigante: forse Kristoffersen e Pinturault non si avrebbero immaginato di torvarsi dietro a Zan Kranjec, ma è così. 313 punti lo sloveno, 299 il norvegese, 272 il francese. Bella lotta snche in slalom con un testa a testa tra Kristoffersen e Noel che hanno solo due punti di differenza, 552 vs 550. Yule è poco dietro con 495 ma 50 punti in meno non sono pochi in questo caso.

Ci sarebbe anche la combinata. E chi gliela toglie a Pinturault? 180 punti il francese, 112 Kilde, 110 Meillard. Proprio l’elvetico che oggi ha vinto già la specialità con solo due gare. Se le altre le chiamiamo coppette, questa come si può definire? Vada per il cono.

Settore femminile, Federica Brignone ha superato i mille punti ma anche senza Garnisch Shiffrin è in testa con 1225 punti, mentrew l’Azzurra ne ha 1080.

Petra Vlhova insegue a 891. Bassino è quarta con 666 davanti a Suter 617. Nelle gare veloci Corinne sta per com piere un’insperata doppietta anche se deve ancora sudarsela non poco su entrambi i fronti. in Discesa ha 317 punti, contro i 256 di Shiffrin, i 253 di Ledecka e i 234 di Brignone.

In superG c’è più aria. 300 punti Suter, 261 Brignone, 206 Schmidhofer, 186 Shiffrin. Ha un buon margine Fede in gigante, classifica che capeggia con 375 punti. la inseguono Shiffrin con 314, Bassino con 264 e Vlhova con 253.

In slalom Mikaela conserva 80 punti di margine su Vlhova. Impossibile per Swenn Larsson che è terza ma a 235 punti. Di combinata e parallelo se ne riparla dopo Crans, ora è inutile.

Ok dai, ci si vede a Cortina.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).