Tecnica

Sciare Campus, la prima parte di curva

Troppi movimenti, eccesso di forza, ricerca forsennata dell’inclinazione, tutti errori da non fare nella prima parte di curva. Gianluca Grigoletto, docente di Sciare Campus lo spiega così.

Lo sci e la sciata sono l’espressione e il risultato di un certo numero di movimenti che portano lo sciatore ad affrontare una serie di curve sfruttando il materiale messa a disposizione.

Ho una convinzione, durante questa azione spesso si fanno troppi movimenti con un uso della forza eccessiva quando vogliamo controllare la velocità.

Questo accade perché sfruttiamo poco e male l’attrezzo sci. Ci si dimentica che grazie alla sciancratura si invertono gli spigoli spostando semplicemente i carichi da un piede all’altro.

Lo sforzo è limitato, dunque risulta inutile usare la forza per sterzare i piedi. Riavvolgiamo il nastro. Nello sci abbiamo due modi per curvare. Ruotando gli arti inferiori (piedi) o sfruttando la sciancratura.

In queste due immagini (istruttore nazionale Thomas Vottero) , si vede come nella foto qui sopra, una «piega» spettacolare. Nella foto sotto, si nota lo sciatore scivolare sulla neve e perdere aderenza sulla sci esterno. Dopo la massima pendenza, il bacino è rimasto per troppo tempo all’interno ed il «punto di rimbalzo» è in ritardo. 


Da un punto di vista di angoli, superata la massima pendenza, ci dirigiamo ad attraversare nuovamente il pendio. Questo significa che l’angolo di incidenza degli sci con la neve, se il bacino non torna sopra i piedi, aumenta, e gli scarponi arrivano anche a toccare la neve facendo cadere lo sciatore. Questo è un esempio Estremo, ma il concetto di ritorno del bacino verso la nuova massima pendenza, è applicabile a tutti i livelli di sciatore

In base al proprio livello tecnico, ci sarà una percentuale più o meno elevata di uno o dell’altro metodo. Ad esempio un principiante avrà circa un 90-95% di rotazione di arti inferiori e un 10-5% di inclinazione/conduzione.

Uno sciatore più evoluto può avere un 20% di rotazione e un 80% di conduzione. Questo varia in base anche all’arco di curva, al tipo di neve e al pendio. Sono solo esempi per meglio comprendere la differenza tra un livello e un altro, che però non si discostano molto dalla realtà.

È molto importante capire questo concetto base, per riuscire poi a interpretare nel migliore dei modi, come possiamo realizzare una curva in base al livello tecnico.

Fatta questa premessa, si deduce che più si alza il livello tecnico dello sciatore, maggiori possono essere le inclinazioni degli arti inferiori.

Per quanto riguarda la parte alta del corpo, rimando l’attenzione ai precedenti articoli pubblicati sulla rivista.

In questa foto (Federica Di Padova), se immaginassimo una molla sotto il bacino interno, potevamo parlare di punto di rimbalzo, cioè il momento in cui il bacino comincia a rimbalzare in direzione opposta

Parlando di inclinazioni degli arti inferiori, viene naturale rifarci all’angolazione, definita dal nostro Testo Tecnico sci italiano, come l’insieme dei movimenti che determina la presa di spigolo e la modifica punto per punto.

Si ottiene inclinando l’asse longitudinale degli arti inferiori verso l’interno della curva con una ampiezza, una velocità, una intensità, una direzione ed un tempismo che cambiano in funzione delle variabili: pendio, neve, attrezzatura, velocità di percorrenza, traiettoria di curva e forze.


È bello vedere i diversi gradi di inclinazione tra i diversi protagonisti. Il primo in fila, si sta preparando al cambio spigoli e ha poca angolazione mentre l’ultimo è praticamente sulla massima pendenza ed è in massima inclinazione / angolazione

E allora partiamo da questo presupposto. è fantastico immaginare come si possa fare una curva con tutti questi movimenti. E di come sia consentito sfruttare al massimo gli attrezzi, sentendo il rumore del taglio delle lamine sulla neve.

Poi però dobbiamo mettere in conto di disegnare una curva dopo l’altra. Quindi dobbiamo destarci dall’immaginazione di curva e renderci conto che mentre realizziamo una curva dobbiamo prevedere di fare la prossima e così via.

Per concatenare una serie di curve e interrompere un moto curvilineo per iniziarne uno nuovo e opposto, è necessario ragionare in anticipo dal punto di vista motorio.

Qui deve scattare la capacità di prevedere l’andamento e la successione di un’azione e quindi di programmare i movimenti in funzione del risultato da ottenere.


5. Nel disegno si possono vedere gli sci al cambio degli spigoli. Risultano essere praticamente piatti rispetto al pendio, rappresentato dalla linea nera, che è inclinato
6. Qui, sulla massima pendenza si nota come il pendio rappresentato sempre dalla linea nera, risulti essere frontalmente in piano. Gli sci e il bacino, raggiungono la loro massima inclinazione 
7. Si è nella seconda parte di curva. Il piano inclinato, sempre visto frontalmente, aiuta nella presa di spigolo anche se si nota come i piedi siano meno inclinati rispetto alla foto 6. Se sono meno inclinati, significa che il bacino si sta muovendo verso la nuova massima pendenza, quindi verso valle.

Fatte tutte queste premesse, sono ora pronto a ragionare con voi su cosa sia il movimento che in primis ci permette di iniziare la nuova curva.

Nel precedente articolo, avevo scritto che il nostro motore è il bacino. L’angolazione, serie di movimenti che determina la presa di spigolo, spesso viene immaginata come il solo spostamento del bacino verso l’interno della curva per fare in modo che gli sci vadano in presa di spigolo e abbiano una buona tenuta.

Per iniziare una nuova curva, è necessario che il «motore» e quindi il bacino, si sposti verso la nuova massima pendenza e quindi diminuisca l’angolazione.

I queste immagini (Gianluca Grigoletto) , da 8 a 10 (anche quelle sotto, 11 e 12), vediamo alcuni esercizi fatti con i palmi delle mani posti sul bacino. Per aiutare a percepire meglio il movimento di spostamento del bacino, ricordiamo nell’inclinazione e non nella rotazione, la mano che sta a monte, può spingere sul bacino stesso. Dalla massima pendenza in poi la mano che sta a monte cambia 

Da quando? Più o meno appena superata la massima pendenza. Gli sci continuano a girare andando cosi a chiudere la traiettoria di curva che si sta facendo.

Non c’è più bisogno, dunque di una marcata angolazione, in quanto l’attraversamento del pendio, fa sì che vi sia un naturale angolo di incidenza tra sci e neve.

Per capire questo concetto, basti pensare quando siamo fermi in diagonale su una pista. Non siamo in angolazione, ma gli sci sono in presa di spigolo per il naturale attraversamento del pendio.

È davvero molto importante comprendere questo concetto, perché, per effettuare una serie di curve, è fondamentale il ritorno dell’inclinazione.

Si potrebbe immaginare che la massima pendenza equivale al «punto di rimbalzo». Cioè dal cambio spigoli fino alla massima pendenza, momento in cui le punte degli sci guardano verso valle, il bacino si inclina verso la neve.

E sulla massima pendenza il bacino «rimbalza» per rialzarsi dalla neve. E per tornare, gradualmente, sopra i piedi (nel proiezione dell’alto) al cambio degli spigoli. In questo modo non si ferma l’inclinazione verso l’interno della nuova curva. E cosi a ripetere.


Per provare tale sensazione, c’è un esercizio utile. Posizionatevi in mezzo a un corridoio assumendo la posizione base.

Per capirci, con il bacino sopra i piedi equivale al cambio spigoli. Tenendo il braccio teso, inclinatevi verso una parete, cercando di mantenere il braccio teso.

Ora toccate o andate più vicino possibile con il bacino verso la parete. Senza fermarvi, sfruttate la risposta elastica e «rimbalzate» verso il lato opposto del corridoio, facendo gli stessi movimenti.

Più bravi diventerete, più i vostri movimenti saranno armonici ed elastici.

Quando il bacino va verso il muro siamo nella prima parte di curva quando si verifica l’incremento della presa di spigolo.

Quando invece, il bacino si allontana dal muro siamo nella fase di ritorno. Quella che permette il nuovo inizio, dal lato opposto.

È davvero molto importante capire questo meccanismo perché troppo spesso il bacino rimane inclinato verso l’interno della curva e si fa fatica a iniziare la nuova curva con i corretti movimenti e tempismi.

Se non c’è la fase di ritorno del bacino, è possibile che si inizi la nuova curva con il movimento delle spalle e di conseguenza siamo costretti a usare la forza.

Un ultimo consiglio. Non pensate con ossessione all’inclinazione. Troppo spesso la si esaspera con la parte alta nel tentativo di avvicinarsi alla neve (interno curva) con le mani.

Per curvare, pensate a inclinare solo i vostri piedi. Il resto vi seguirà quanto basta all’esigenza.
Per iniziare la nuova curva? La diminuzione di angolazione è lo step numero uno. Sciare Campus la prima

Vedi anche

Gestione della presa di spigolo.   –  Tutto fa capo al movimentoIl viaggio della rondellaGli equilibri
Sciare Campus la prima Sciare Campus la primaSciare Campus la prima Sciare Campus la prima Sciare Campus la prima

About the author

Gianluca Grigoletto

Trentino, classe. È entrato in squadra Nazionale C (giovanile) nella stagione 1992-1993 debuttando in Coppa del Mondo nel ’95 nello slalom di Madonna di Campiglio. Il miglior piazzamento in coppa è un 20° posto ottenuto nello slalom di Kitzbuhel. A livello Nazionale ha conquistato il titolo agli Assoluti in gigante nel ’96 (2° in slalom) e in slalom nel ’98. Ha fatto suo l’oro anche agli Italiani Giovani del ’93 in gigante. Argento invece alle Universiadi del ’95, ai Mondiali militari del ’92 divenuto poi d’argento nel ’96. Primo invece, ai Mondiali Cittadini del ’92. Alla Fis Carving Cup ha vinto 3 Coppe del Mondo e il Campionato del Mondo. E’ maestro di sci, Istruttore nazionale e Allenatore di III° livello. Titolare del negozio “Grigo Sport” a Rovereto. Collaudatore di Sciare da 11 anni. Docented i Sciare Campus