Tecnica

Sciare Campus: tutto fa capo al movimento

Sciare Campus dice che nello sci ci sono una moltitudine di aspetti da sviluppare, e tutto fa capo al movimento. Quello della parte alta e della parte bassa del corpo. Ampiezza, velocità, intensità, direzione dei movimenti, ci permetteranno di affrontare diverse tipologie di pista e neve nei vari livelli tecnici di ogni sciatore.

Quali sono i movimenti?

Nello sci ne sono stati identificati quattro fondamentali, intorno ai quali ruotano tutti i diversi livelli di sciatore, dal principiante fino all’agonista. Avanti-Indietro (antero-postero), destra/sinistra (inclinazioni), rotazioni e alto basso.

Un esercizio molto difficile ma che trovo fantastico per diverse ragioni è quello di fare una serie di curve con uno sci. Imparerete a gestire inclinazioni, movimenti e tempi esecutivi senza pensarci. L’unico pensiero sarà quello di imparare a stare in piedi. Potete iniziare in piano alzando uno sci per volta. Poi sempre in piano, facendo lievi cambi di direzione, per poi aumentare sempre di più le difficoltà

Ognuno di questi movimenti ha un diverso utilizzo in riferimento ai vari livelli tecnici: ad esempio, le inclinazioni di uno sciatore evoluto saranno maggiori rispetto a quelle di un principiante.

Mettere tutto assieme, con la giusta quantità, tempismo, e direzione è complesso. E forse è proprio questa la bellezza del gesto tecnico: ovvero, cercare di innalzare sempre il proprio limite, perché oltre c’è sempre qualcosa da scoprire.

È interessante cambiare punto di vista, guardando l’inizio curva da dietro. Un bel salto nel vuoto. Proprio in questa fase è importante estendere le gambe per ricercare il carico, avanzare il corpo partendo dal baricentro e non dalle spalle, per ricercare la perpendicolarità del corpo, evitando di rimanere indietro vista la variazione di pendenza. Per facilitare tale apprendimento, durante i corsi di sciare Campus, abbiamo deciso di affrontare per ogni giornata una «materia» diversa, sempre contestualizzate nella sciata.

Talvolta le materie sono dedicate all’approfondimento di un solo fondamentale (questo percorso solitamente avviene nel periodo estivo-autunnale). Altre volte sono dedicate a una fase di curva o a un movimento di alcuni segmenti corporei che vanno ad influenzare indirettamente il resto del corpo.

Vedi, ad esempio, la preparazione e appoggio del bastoncino, trattato su uno dei numeri precedenti.
In questo articolo analizziamo invece la parte più attiva e d’azione della curva, cioè la fase che va dal cambio degli spigoli fino alla massima pendenza. In poche parole la prima parte di curva che mi piace definire la parte di azione o attiva.

Per affrontare la prima parte di curva andando nella direzione di AVANTI con il nostro corpo partendo dal bacino e NON dalle spalle, un buon esercizio è quello di battere i bastoncini dietro il corpo dopo il cambio degli spigoli. Si può variare il tempismo battendo più volte i bastoncini. Un battito, spazi brevi, due battiti spazi medi, tre battiti di bastoncini per gli spazi più ampi

Presupponiamo che nell’esecuzione di una curva ci sia un’andata e un ritorno. Ebbene, la prima parte di curva è l’andata.

Prima di partire con ogni ragionamento sui movimenti di andata, bisogna sempre tenere presente che si scia su un piano inclinato, unico motivo per il quale noi riusciamo a prendere e fare velocità.

Più la pista è ripida più potremmo andare veloci. Di conseguenza, per riempire gli spazi creati dalla pendenza, dovremmo esercitare una maggiore ampiezza di movimento.

Torniamo su un punto per meglio comprendere cos’è nel dettaglio il movimento di andata e cosa significa riempire gli spazi. Per andata intendo i movimenti di estensione, di avanzamento e di inclinazione.

Questo è il punto cruciale dove il vuoto viene «percepito». Appena superato il cambio degli spigoli, bisogna avere la prima volontà di inclinare e dirigere gli arti inferiori / bacino verso la massima pendenza della nuova curva. Mentre gli arti inferiori si inclinano verso il «vuoto», la parte superiore deve manifestare l’intenzione di coprire i carichi sopra lo sci esterno. Ecco perché non si deve iniziare la curva con la parte alta, altrimenti si coprono i carichi dello sci interno

Mi estendo in questa fase, per ricercare il carico sugli sci, avanzo per cercare maggior carico nella parte anteriore dell’attrezzo, mi inclino creando angolazione per ricercare il vincolo, che assieme alla velocità ci permette di rimanere in piedi anche se inclinati.

Tutti questi sono movimenti Volontari nel senso che sono movimenti che voglio e devo fare per curvare.

Ad esempio, nel movimento fondamentale alto-basso, il movimento di andata, quindi di estensione è volontario, mentre il movimento di ritorno è causato dalla diminuzione di pendenza nella seconda parte di curva e della diminuzione di angolazione, con il conseguente riavvicinamento del bacino alla base dei piedi.

Alternativa all’esercizio di battere i bastoni dietro alla schiena, si può fare con un solo bastoncino che viene passato da mano esterna a nuova mano esterna. Tale passaggio deve avvenire dopo il cambio degli spigoli, iniziando la nuova curva

Dal cambio spigoli e nella prima fase di curva, si inserisce anche un importante aspetto psicologico: tra l’inizio e la fine di una curva scendiamo verso valle e abbiamo un dislivello di «x» metri.

Quanto? Dipende dalla pendenza della pista e dall’arco di curva che si sta facendo. Su un pendio ripido con un arco ampio, si può avere anche un dislivello di 15 metri. Se pensate, sono 4 piani di una casa in circa 2 secondi.

Si capisce che l’impatto psicologico diventa molto importante. Magari non viene percepito completamente questo dislivello, ma il nostro subconscio sa che deve affrontare un’azione impegnativa.

Dal cambio degli spigoli, bisogna avere la volontà di iniziare ad andare con la direzione del corpo verso valle.

Mentre la direzione piedi-ginocchia-bacino si dirige verso valle all’interno della nuova curva, l’intenzione di direzione della parte alta del corpo è quella verso il nuovo sci esterno.

La chiamo intenzione, perché il movimento dev’essere spalmato durante tutto l’arco di curva e quindi ha bisogno di essere distribuito.

La parola fondamentale è Muoversi. Farlo con la corretta ampiezza, la corretta direzione che è fondamentale per creare curva ma soprattutto per creare anticipo motorio per collegare la curva successiva.


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Info per i corsi: www.sciarecampus.it

About the author

Gianluca Grigoletto

Trentino, classe. È entrato in squadra Nazionale C (giovanile) nella stagione 1992-1993 debuttando in Coppa del Mondo nel ’95 nello slalom di Madonna di Campiglio. Il miglior piazzamento in coppa è un 20° posto ottenuto nello slalom di Kitzbuhel. A livello Nazionale ha conquistato il titolo agli Assoluti in gigante nel ’96 (2° in slalom) e in slalom nel ’98. Ha fatto suo l’oro anche agli Italiani Giovani del ’93 in gigante. Argento invece alle Universiadi del ’95, ai Mondiali militari del ’92 divenuto poi d’argento nel ’96. Primo invece, ai Mondiali Cittadini del ’92. Alla Fis Carving Cup ha vinto 3 Coppe del Mondo e il Campionato del Mondo. E’ maestro di sci, Istruttore nazionale e Allenatore di III° livello. Titolare del negozio “Grigo Sport” a Rovereto. Collaudatore di Sciare da 11 anni. Docented i Sciare Campus