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Combinata femminile, Shiffrin di un altro pianeta. L’oro è suo

Mikaela Shiffrin ha impartito una vera e propria lezione di sci alle avversarie nello slalom che ha completato la combinata femminile. Sull’impegnativo tracciato, che girava molto dopo le verticali, quindi nel punto di massima velocità, l’americana non ha riscontrato alcuna difficoltà impartendo svariati decimi a tutte. La pista ghiacciata ha messo in difficoltà le sciatrici non specializzate nello slalom.

Mikaela Shiffrin ha fatto gara a sé. In partenza si è presa le giuste distanze dai pali per evitare di incappare in inforcate. Poi ha trovato il ritmo nella seconda parte pennellando tra i pali e addomesticando la tracciatura dell’allenatore canadese. È come se avesse sciato su un tracciato diverso. Apparentemente ha reso tutto facile. Il cronometro è stato impietoso, per le avversarie! Dopo la prima manche conclusa al terzo posto, grazie alla mancata inversione dei pettorali, si è seduta sul trono della vincitrice godendosi, senza patemi, la discesa delle avversarie. «Un giorno molto bello per la mia prima medaglia d’oro in combinata – ha detto – la giornata è stata molto lungo ama anche divertente»

Petra Vlhova, leader di specialità e argento in combinata nel 2019, ha preso 52/100 nel solo slalom. La slovacca ha sciato bene avvicinandosi alla Shiffrin nella prima parte. Il problema è che subito dopo il cambio di pendenza l’americana è stata devastante con un’accelerazione non avvicinabile per nessuna. 86/100 il distacco della Vlhova dalla vincitrice, argento più che meritato. «Sono contenta di aver ottenuto un altro argento, il mondiale non è finito e avrò ancora molto da dire». Sei le medaglia sinora in carriera per la slovacca.

Alle loro spalle Michelle Gisin che ha confermato i pronostici che vedevano le tre dividersi il podio. L’elvetica, campionessa olimpica in combinata e quarta in classifica slalom di Coppa del Mondo, partiva con due decimi di ritardo dalla Shiffrin. Dopo aver recuperato sull’americana dopo i primi passaggi ha accusato decimi dopo decimi con il passare dei metri. 89/100 al traguardo e argento sfuggito per tre soli centesimi, probabilmente causa dell’errore al Rumerlo. «Ottavo, quinto e terzo posto sono sinora dei mondiali perfetti per me. Adoro Cortina e sono felicissima di essere qui. Oggi la pista era difficile ma Mikaela ci ha fatto vedere come si scia sul ghiaccio»

Le prime tre hanno fatto gara a sé. Tantissime le atlete che non sono arrivate al traguardo, specie tra le non slalomiste. Prima tra le umane è stata Elena Curtoni che si è ben districata tra i pali di questo slalom così tortuoso. Ha visto Federica caderle davanti alla seconda curva ed è scesa senza avere indicazioni. Ha dato tutto nella consapevolezza di non poter ambire ai primi tre posti, quelli che contano nei mondiali. Il suo è l’oro tra le umane. «L’uscita di Federica mi ha confermato la difficoltà del tracciato, medaglia di legno va bene così. Nella disciplina veloce la mia gara l’ho fatta e il mondiale non è finito»

La prova di Federica Brignone, scesa con il numero uno, è durata pochi metri. Sapeva di dover dare tutto per insidiare le tre specialiste. Non avere indicazioni di atlete prima di lei è stato fatale. Ha spinto forte fuori dal cancelletto sdraiandosi al terzo palo. L’errore è stato comune a molte avversarie scese dopo di lei, un trabocchetto nel quale, senza poter vivere dell’esperienza delle altre, è costato caro. «Ho provato a spingere da subito, forse le prime tre porte erano da passare con attenzione. Io ho provato a dare tutto spingendo immediatamente al massimo. Sono rammaricata perché di fatto non ho gareggiato ma quando una persona ci tiene e prova a dare al massimo può sbagliare. In questo momento ho le scatole girate ma ora testa alla prossima»

Marta Bassino ha sciato con poco ritmo e tanta precauzione. È arrivata al traguardo con 2,70 dalla Shiffrin nella seconda manche. «Il ghiaccio era molto difficile da gestire con gli sci da slalom per me. Ho dato tutto quello che avevo mail divario con le prime era incolmabile. Ho visto partire la Shiffrin dall’alto ed è stato impressionante. Ha trattato la pista così ghiacciata come se si trattasse di uno slalom normale e senza difficoltà».

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Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...