L’idea del professor Walter Stacco, maestro dello sport, è proprio questa: #iomipreparoacasa senza scarponi! Perché abbiamo dovuto toglierci gli scarponi ed è inutile rimanere fermi col rammarico. Piuttosto è giunto il momento di pensare al futuro e di come prepararci al meglio per la prossima stagione agonistica 2020/21
Molti sono gli aforismi e le frasi che riguardano il futuro, noi ne prendiamo due, corti e illustri, che esprimono quanto sia importante, fin da ora, prevedere quanto faremo:
«Il futuro inizia oggi, non domani» PAPA GIOVANNI PAOLO II
«Il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso, oggi» MALCOLM X
Quindi cosa fare oggi per costruire i successi, o per lo meno i presupposti, delle sciate future?
In prima analisi bisogna programmare. La programmazione sportiva, si basa su un numero di fattori strettamente correlati agli obiettivi che si intendono perseguire, in base a quanto ottenuto dall’ultima stagione agonistica.
Sci Club, allenatori, atleti e genitori si confronteranno su quanto accaduto e sulle aspettative future. Da qui si costruisce un programma che ci porterà alle soglie dei prossimi impegni agonistici.
Ora identificati gli obiettivi futuri, bisogna analizzare due componenti essenziali che sono:
1) il Modello di prestazione della disciplina presa in esame. Questo significa, analizzare tutte quelle che sono le necessità oggettive che lo sci alpino agonistico richiede ai giovani, nelle loro varie fasce di età.
Fondamentalmente si tratta di valutare, il più scientificamente possibile rispetto alle attuali conoscenze del settore, quanto, quali e come le tecniche utilizzate nello sci agonistico possano essere influenzate e caratterizzate dalle varie capacità motorie.
Quindi: com’è la corretta tecnica esecutiva del gesto? Quali e come vengono interessate le capacità motorie?
In ogni caso il modello di prestazione deve essere costantemente aggiornato. Specialmente nello sci alpino, in relazione alle normative e alle variabili tecniche, che ogni anno si modificano anche in base ai nuovi materiali e alla conseguente evoluzione sciistica. Per esempio il cambio di categoria che impone nuove tipologie di gare).
Stabilito ciò, analizzare quali e come le capacità motorie devono essere allenate, perché le stesse possano indurre e favorire la corretta e performante azione tecnica sulla neve.
Molto importante e da non sottovalutare, sono l’età cronologica e biologica dei giovani atleti. Per una corretta valutazione dei parametri allenanti, potrebbero essere di gran ausilio e valere come indicazioni di base, le linee programmatiche stabilite dal programma federale denominato SALT . È l’acronimo di Sviluppo Atleta a Lungo Termine e presente sulla pagina ufficiale della Federazione.
2) il Modello di Prestazione dell’Atleta preso in esame.
Non si parla più di un univoco modello di prestazione ma ormai esistono varie tipologie di modelli o sotto-modelli di prestazione. Per correttezza e semplicità noi parleremo della seconda, troppo spesso sottovalutata, componente d’analisi e cioè il modello relativo all’Atleta.
Il punto 1 ci indica il valore e le necessità oggettive che lo sci alpino richiede all’atleta perché lo stesso sia efficiente, ma il punto 2 esprime soggettivamente quello di cui ha bisogno, quello e quel solo atleta, per essere performante nell’ambito di ciò che richiede la prestazione agonistica.
Questo vien fatto in base alle necessità rilevate al termine della stagione, in relazione a ciò che si vuole ottenere nella successiva, tenendo conto di quanto richiesto dal modello di prestazione attuale.
In poche parole, se il soggetto (per esempio) possiede livelli di forza adeguati e/o ottimali, per quanto richiesto, ma deve migliorare: mobilità articolare, coordinazione, ritmo, equilibrio e/o quant’altro. Si dovranno ottimizzare le sedute allenanti, attraverso una programmazione che eviti di perdere quanto acquisito (in questo caso la forza). E tenda a «chiudere» tutti i gap deficitari, presenti nelle altre capacità motori. Giungendo così a quell’equilibrio, tra le varie componenti di prestazione, vero e unico sinonimo di performance.
Per uno Sci Club però, diventa difficile se non impossibile, attuare un programma di preparazione fisica personalizzato. Molto spesso, all’interno di società sportive non strutturate e non organizzate per la creazione di percorsi individuali, si assiste ad una programmazione generica.
Sempre meglio, di quei contesti in cui si predilige il «campioncino» di turno, che condiziona, con le sue soggettive necessità, tutto il gruppo dei compagni di squadra.
Un altro aspetto su cui porre attenzione e che non deve essere sinonimo di qualifica professionale del preparatore atletico, sono i vari e fantasiosi circuiti che spopolano sul web.
Belli e simpatici, ma quanto gli stessi sono realmente utili? E sono costruiti sul soggetto e/o su oggettive richieste del modello di prestazione?
Oppure sono solo ludici ausili per essere evidenziati sui social e proporre un allenamento generico, spesso basato su comodità organizzativo-logistiche?
Questo è il motivo perché, sempre più spesso, anche nelle categorie giovanili, si assiste alla presenza di uno specialista (che si spera sia tale) della preparazione fisica e atletico sportiva che allena individualmente il giovane atleta.
Senza (e con) Scarponi – i TEST
Primo atto di una corretta programmazione è creare il momento ZERO dal quale partire per creare la periodizzazione in base ai tempi e disponibilità del soggetto.
Sulla periodizzazione ci soffermeremo in futuro ma ora vediamo come SciareMag è entrata nel vivo della ricerca scientifica, insieme al centro di valutazione funzionale Move Different di Vicenza. E con i ricercatori dell’Università di Pavia, attraverso la creazione di una sequenza di test.
Nelle foto vediamo quanto abbiamo fatto per testare dei giovani atleti in relazione a forza ed equilibrio, componenti fondamentali ed essenziali per lo sci alpino. Questi si trovano all’interno, sia del modello di prestazione della disciplina, che in quello del singolo atleta.
In questo contesto, riportato anche nei video (vedi sotto) sulla piattaforma SciareMag, si sono misurate le capacità di gestione del corpo con e senza scarponi. Questo per verificare la differenza sia in condizione statica che dinamica.
I test danno un valore che crea il momento zero. E dal quale si possono trarre utili considerazioni sul come affrontare un percorso di allenamento funzionale personalizzato.
Nel corso e/o al termine del quale, riproponendo i test, si verificherà il livello raggiunto. E se vi siano stati o no (ed in che termini) miglioramenti.
Ogni squadra nazionale applica da anni, protocolli di valutazione funzionale, dove qualsisi atleta viene testato più volte nell’arco dell’anno. E questo avviene anche per tutto il periodo di permanenza in azzurro.
Tutti i dati raccolti servono, oltre che per creare il momento zero, anche per essere confrontati in qualsiasi periodo della carriera agonistica. E seguirne le modificazioni, in base alle programmazioni fatte e risultati raggiunti.
SenzaScarponi e tutto lo staff di Sciare vi ringrazia per averci seguito fin qui e vi da appuntamento per la prossima stagione 2020/2021. Ricordandovi che saremo presenti in video sulla piattaforma di SciareMag